Andarmene di qui non significa affatto che io vada a Parigi (come invece attesta il mio biglietto ferroviario), né in nessun altro luogo; le due ubicazioni non... sono in continuazione l’una con l’altra. Andarsene da Venezia è solo questo, non può esser piú che questo: andarsene da Venezia e... basta; ovvero, è qualcosa che termina, radicalmente, in quel momento.
Una città dopo l’altra, un luogo dopo l’altro, per quanto differenti potessero essere, non avevano mai prodotto in me questo taglio, questa separazione di ora, tra Venezia e tutto il resto. Io continuavo ad essere me stesso, lo stesso individuo che semplicemente mutava di città o di luogo -e anche di emozioni-, ma non di... persona. Qui invece, dopo tre lunghi mesi, io sono diventato una persona diversa. La Serenissima è non soltanto una città, un luogo, ma anche un... modo di esistere, e fa armoniosamente, di noi, persone inerenti a quell’esistenza sua. Perché, se le diamo tempo, Venezia puó spingerci, insegnarci ad essere, a essere noi... in Iei, a partire da lei. Ci offre una possibilità dell’essere, e del vivere; ci dà come un... sentimento di vita, un sentimento nuovo, inatteso - o perduto - della vita. Giacché Venezia é, anzitutto, uno spazio, una concavitá; è il palmo d’una mano -una mano aperta all’aria, alla pioggia, alla luce-; è un rifugio aperto, esposto alle intemperie. Ci accoglie nel suo grembo, ci educa, ci matura; e ci regala un modo di essere, dell’essere, dei sentirci vivi senza quasi necessità di muoverci, giacché il punto nel quale per caso stiamo e ci troviamo, è come un centro, un centro... sufficiente.
Diario di un pittore
Venezia, 7 aprile
Ramón Gaya
Fotografías: Inma
Venezia, abril 2011
3 comentarios:
Thank you for the work you have done into the post, this helps clear away some questions I had.
Mooie scherpe post. Nooit gedacht dat het zo makkelijk. Great job!
thanks.
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